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Un vento profondo


“E io fingo timore a chi non sa

che vento profondo m’ha cercato”


Vento a Tindari

Salvatore Quasimodo


Artista eclettico Massimo Nazarri ama sperimentare senza farsi cementare in sterili lacerti di avanguardie. La sua   sperimentazione schiude ad orizzonti fortemente espressionistici quasi a creare sottilmente un contrasto tra la ricerca di una perduta età dell’oro nei  paesaggi di pacata armonia e la ineluttabile solitudine di silenzi metropolitani già fortemente evocata da Hopper.

E’ il suo un viaggio dell’anima in cui un onda di consonanza, di pace interiore, si muta in ansia precoce, in “vento profondo” che scuote, percuote, strema figure vitree, nudi femminili a cui sembra essere preclusa alcuna possibile salvezza.

Ed è nelle opere con soggetti femminili che chiara risulta  la tecnica di Nazarri,  sicura nello studio accurato sia della figura umana sia del chiaroscuro, studio che volutamente cita la lezione storica di Kirchner.

Milanese di nascita e di identità, sembra consciamente ritrarsi in tram solitari, intenti a proseguire un cammino a cui non possono o forse non vogliono sottrarsi.


Daniela Flavia Di Marco*



(*)  Nata a Milano nel 1956 è stata insegnante di arte. Membro fondatore della galleria Blu di Prussia, vi ha presentato giovani talenti e artisti di consolidata levatura. Autrice di testi scolastici, ha pubblicato numerosi manuali sia di arte sia di letteratura per le case editrici de Agostini e Laterza.
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